Dieta: ecco perché fallisce in quattro casi su cinque

Solo una persona su cinque riesce a portare avanti la dieta. Le altre abbandonano. I motivi del fallimento? Secondo la nutrizionista Jessica Bartfield del Loyola Center for Metabolic Surgery & Bariatric Care, sono principalmente quattro, come spiega al ScienceDaily.

1. Sottovalutare le calorie assunte
«Molte persone sottostimano la quantità di calorie che mangiano ogni giorno», spiega Bartfield. Per questo è utile tenere una sorta di diario alimentare in cui si segnano anche gli assaggi di cibo, gli snack e le bibite (che possono essere ricchissime di calorie): ci si renderà conto della reale quantità assunta. Occhio anche a come si misurano le porzioni e ai pasti consumati fuori casa, in cui si rischia di perdere il controllo delle calorie.

2. Sopravvalutare l’attività fisica e le calorie consumate
Per tagliare 500 kcal al giorno solo con l’attività fisica, bisognerebbe fare un’ora di sport intenso al giorno. Un’utopia. Meglio, suggerisce la studiosa, cercare di incrementare pian piano l’esercizio fisico fino ad arrivare a farne mezz’ora quasi tutti i giorni. Inoltre, con un contapassi, cercare di raggiungere l’obiettivo di 10mila passi al giorno. Il tutto, ovviamente, mangiando meno: muoversi non è una buona scusa per ingozzarsi.

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3. Poca programmazione nei pasti
«Bisogna mantenere un livello di glucosio costante durante la giornata, per avere a disposizione la giusta energia ed evitare che il metabolismo rallenti», dice Bartfield. Meglio quindi fare tanti pasti leggeri (cinque al giorno, ogni 3-4 ore): restare a digiuno per più di cinque ore infatti facilita l’abbuffata.


4. Dormire poco 
Numerosi studi hanno dimostrato che dormire troppo poco stimola la grelina, l’ormone che accende l’appetito. Chi è a dieta, dovrebbe quindi assicurarsi un’adeguata quantità di sonno, di non meno di sei ore per notte.

 

 

Fonte: blog.ok-salute.it
Immagini: blog.giallozafferano.it – diarioalimentare.it – decathlon.it – artutotv.tv

Antiossidanti: dove trovarli?

È inevitabile che la ricerca scientifica nel campo degli antiossidanti, per minimizzare le variabili in gioco, tenda sempre a focalizzare l’attenzione su un singolo alimento o un singolo principio attivo.

Tuttavia ciò rappresenta un limite della ricerca stessa, che crea confusione nel consumatore. Tanto più che spesso i risultati sono inconcludenti o addirittura contradditori.

Quante volte abbiamo sentito parlare delle proprietà salutari del the verde, del cioccolato, del vino rosso o persino del caffè? E quante volte abbiamo letto dei miracolosi effetti della vitamina E, del selenio o dei polifenoli?

20130109-212208.jpgFocalizzare l’attenzione su un particolare antiossidante o uno specifico alimento può essere fuorviante per il consumatore. Basti un esempio: il vino rosso. Da più parti si legge che un bicchiere di vino rosso al giorno allunga la vita, grazie al suo contenuto in polifenoli ad attività antiossidante. Ma ciò non vuol dire che una persona astemia debba per forza iniziare a bere vino per mantenersi in salute! Può benissimo ricavare questi principi da altre fonti alimentari (frutta e verdura fresca).

Ciò che spesso si dimentica di sottolineare è che il miglior modo per assumere antiossidanti è seguire una dieta salutare, equilibrata, variata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali. Tanto più che questi alimenti, oltre agli antiossidanti, apportano anche fibra, vitamine e sali minerali. È ovvio tuttavia che quando la dieta, come spesso accade, non è in grado di apportare gli antiossidanti necessari a coprire i fabbisogni, è utile ricorrere ad una loro supplementazione, ad esempio con complessi multivitaminici, ma per questo è necessario chiedere aiuto al proprio medico.

Ma cosa sono gli antiossidanti? Si tratta di un gruppo molto eterogeneo di composti, comprendente vitamine e provitamine (A, C, E, beta-carotene), minerali (selenio, rame e zinco) ed altri composti organici contenuti negli alimenti di origine vegetale (polifenoli, antocianine, licopene, luteina). L’azione benefica degli antiossidanti si basa sulla loro capacità di neutralizzare i radicali liberi, proteggendo le cellule e l’organismo intero dai loro effetti negativi (invecchiamento cellulare, immunosoppressione, patologie cardiovascolari, sviluppo di neoplasie, ecc).
Gli antiossidanti sono quindi sostanze utili per l’organismo, che possono contribuire alla prevenzione di alcune patologie.
Per coprire il loro fabbisogno non è necessario abbuffarsi di mirtilli o fare scorpacciate di cavoli verdi tutti i giorni, ma, come già sottolineato, è sufficiente seguire una dieta variata, ricca di frutta e verdura fresca. In linea generale cinque porzioni al giorno di frutta e verdura (scegliendo frutta e verdura di stagione e variando i colori) apportano un quantitativo di antiossidanti sufficiente per proteggersi dagli effetti dannosi dei radicali liberi.

Come mostra l’immagine, anche la cottura è molto importante. Si devono preferire la cottura al microonde e in pentola a pressione, poiché sono quelle che limitano la perdita di antiossidanti, permettendo così di poter consumare anche frutta e verdura cotta contenenti ancora un buon quantitativo di queste ottime sostanze.

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Fonte: Articolo tratto da consiglialimentari.it (rivisitato)
Immagini: erboristeriarcobaleno.com – corriere.it – pianeta donna.it

Otto consigli per limitare il sale

  • Riduci progressivamente l’uso di sale sia a tavola che in cucina
  • Preferisci al sale comune il sale arricchito con iodio (sale iodato)
  • Non aggiungere sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di vita
  • Limita l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.)
  • Insaporisci i cibi con erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana, sedano, porro, timo, semi di finocchio) e spezie (come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry)
  • Esalta il sapore dei cibi usando succo di limone e aceto
  • Scegli, quando sono disponibili, le linee di prodotti a basso contenuto di sale (pane senza sale, tonno in scatola a basso contenuto di sale, ecc.)
  • Consuma solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snacks salati, patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi).

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Per i più piccoli: meno sale e più salute

Fonte: INRAN (linee guida per una sana alimentazione italiana)
Immagini: expo2015notizie.it – greenpeople.it

Per i più piccoli: meno sale e più salute

“Troppo sale nascosto nella dieta dei bambini”: è l’avvertimento che arriva dalla Società Italiana di Pediatria, confermato anche da una indagine condotta dai Centers for Disease Control and Prevention statunitensi su oltre 4.200 bambini tra gli 8 e i 18 anni, da cui emerge che l’apporto di sodio nei giovanissimi sarebbe superiore a 2.200 mg/die. Quantitativo, questo, troppo elevato. Non si tratta solo di sale in abbondanza o di cibi troppo saporiti, il rischio maggiore è per la salute. «Il consumo eccessivo di sale da cucina, anche nei bambini e negli adolescenti – spiega Gian Vincenzo Zuccotti, direttore dell’Unità Operativa di Pediatria dell’Ospedale Luigi sacco di Milano – è associato ad un aumento della pressione arteriosa. Per limitare questo rischio, è importante introdurre nella dieta dei giovanissimi molta frutta e verdura oltre che cibi a basso contenuto di grassi saturi».

Il problema maggiore è però rappresentato dal fatto che, a tavola

, i bambini e i ragazzi mangiano le stesse pietanze degli adulti, la cui assunzione di sodio è in media superiore di 10-11 grammi rispetto ai livelli raccomandati. Valori che si traducono, anche nei giovani, in

almeno 7 grammi di sale di troppo. Ma c’è di più. «Cibi troppo saporiti inducono un senso di sete che talvolta viene sedato con bevande gassate e dolcificate, che rappresentano circa il 31% dei liquidi assunti dai bambini e adolescenti tra i 4 e i 18 anni. Il consumo eccessivo di questo tipo di bevande è a sua volta correlato a un maggior rischio di sviluppare sovrappeso o obesità già in età infantile o adolescenziale.

Consigli utili:

Dunque come ridurre l’apporto di sodio nei giovanissimi? «Facendo attenzione a limitare il consumo di cibi troppo saporiti, quali snack e insaccati – aggiunge il pediatra – e privilegiando le cotture al riduzione del sodio, sarebbe importante tenere conto del fatto che i bambini imparano progressivamen

e ad apprezzare sapori diversi, “costruendosi” la proprie preferenze alimentari. «Questo significa che l’esposizione precoce (già durante la gravidanza, poi, durante l’allattamento e lo svezzamento) ad una vasta gamma di gusti – conclude Zuccotti – aiuterebbe a porre le basi di una corretta alimentazione, costituita da un’ampia varietà di alimenti e sapori». E’ stato dimostrato che i comportamenti alimentari acquisiti in età infantile sono poi mantenuti anche successivamente in età adulta. Dunque educare un bambino a mangiare bene e in maniera equilibrata, significa offrirgli un importante bagaglio che farà parte della sua vita matura, a favore della buona salute e della buona forma.

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Fonte: Fondazione Umberto Veronesi
Immagini: vivereberde.blogspot.com – mamma.pourfemme.it – faidateconsigli.it

Le 7 proprietà benefiche delle mandorle

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Le proprietà benefiche delle mandorle sono molte e tutte contribuiscono al nostro benessere generale e alla salute del corpo. Possiamo beneficiare di vere e proprie proprietà terapeutiche delle mandorle e non solo inserendo nella nostra dieta la classica frutta secca, ma anche ricorrendo all’uso di altri determinati prodotti derivati sempre dalle mandorle, come, ad esempio, l’olio di mandorle. Ecco nello specifico le proprietà curative delle mandorle più importanti.

1. Benessere intestinale
L’olio di mandorle dolci in particolare si distingue per le sue proprietà lubrificanti ed emollienti e proprio per questo contribuisce al benessere intestinale. Questo tipo di olio derivato dalle mandorle permette di beneficiare di un transito intestinale fisiologico. Non bisogna comunque esagerare nel consumo dell’olio di mandorle dolci, perché esso contiene molti grassi e apporta numerose calorie.

2. Combattere il colesterolo
Le mandorle riescono a contrastare l’alto livello di colesterolo. E’ tutto merito dei grassi monoinsaturi e polinsaturi che essi contengono e che sono in grado di ridurre il colesterolo “cattivo”. Ecco perché non dovrebbero mancare mai nell’alimentazione regolare di chi soffre di ipercolesterolemia.

3. Benefici per le neomamme
Le neomamme in particolare dovrebbero tenere presenti quali possono essere i benefici delle mandorle. E’ da ricordare infatti che esse aiutano a migliorare le antiestetiche smagliature che si formano in seguito alla gravidanza, permettono di mantenere alto il livello di zuccheri nel sangue e l’olio di mandorle, usato per frizionare il corpo e la pelle, può rivelarsi un ottimo rimedio contro lo stress. Lo stesso beneficio rientra fra le proprietà benefiche delle noci.

4. Rafforzamento delle ossa
Le mandorle sono ricche di differenti sostanze nutritive, le quali riescono ad aumentare la densità minerale ossea. Da qui i vantaggi ricavati dalle ossa e da tutto il sistema scheletrico in termini di rafforzamento. Per questa loro caratteristica le mandorle dovrebbero far parte del regime alimentare degli anziani e di chi è affetto da osteoporosi.

5. Contrastare l’anemia
Le mandorle aiutano a combattere l’anemia, in quanto possiedono un alto valore nutritivo, visto che contengono ferro e vitamine, in particolare quelle del gruppo B. Per questo elevato contenuto vitaminico l’olio di mandorle dolci è utile anche contro il freddo. Le mandorle sono fra i cibi da mangiare in caso di carenza di ferro.

6. Problemi di capelli
Se abbiamo problemi di capelli non possiamo non ricorrere all’utilizzo dell’olio di mandorle dolci. Esso si rivela estremamente utile per combattere la forfora, la caduta dei capelli e i capelli bianchi precoci.

7. Latte di mandorle: umore in equilibrio
Per far restare il nostro umore nel giusto equilibrio è importante il latte di mandorle, che può essere considerato una bevanda molto energetica e rinfrescante. Il latte di mandorle ha proprietà antidepressive e antinfiammatorie. Non esagerare comunque, per evitare il grande apporto di calorie: un bicchiere di latte di mandorle possiede le stesse calorie di mezzo etto di banane.

Fonte: tantasalute.it
Immagini: en.wikipedia.org – lastampa.it – commons.wikimedia.org – bellezza.glammediaitalia.it – clker.com – lagrande-quercia.it

La spesa di Gennaio: frutta e verdura di stagione

Con Gennaio, siamo finalmente nel pieno della stagione invernale con tutte le sue specialità e i suoi forti colori. Eccovi una rassegna della verdura e della frutta tipica di questo freddo mese, che non deve mancare sulla vostra tavola!

VERDURA:

Porro

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Membro della “famiglia cipolla”, ma dal sapore dolce e sofisticato, il Porro può essere consumato crudo o cotto ed è l’ideale per insaporire e arricchire zuppe o stufati, ma anche per accompagnare contorni e formaggi. Grazie alla sua caratteristica principale di ben tollerare climi freddi e gelate, il porro è la tipica verdura invernale. Fonte di Vitamina C, ferro e fibre, ha inoltre proprietà diuretiche, lassative ed antisettiche, e proprio per questo è un ottimo rimedio per curare anemie, infezioni urinarie e a mantenere basso il colesterolo. Sembra essere un buon rimedio per la prevenzione del cancro oltre che aiutare il regolare funzionamento dell’intestino. Povero di grassi è indispensabile nelle diete dimagranti.

Cavolo Verza

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Varietà  del cavolo cappuccino il Cavolo Verza ha però le foglie increspate dal colore verde all’esterno e più gialle internamente. Dal gusto forte e dalla consistenza croccante ha all’incirca gli stessi valori nutrizionali del broccolo, contiene infatti molta vitamina E, A, C, oltre che fosforo, calcio, potassio, zolfo e acido folico (utilissimo durante la gravidanza). Grazie alla presenza degli indoli (composti che aiutano il corpo a generare un certo numero di enzimi benefici), il cavolo verza è un buon rimedio per prevenire tumori soprattutto all’apparato digerente. Per le sue proprietà antinfiammatorie e depurative il succo di questa verdura, può curare non solo inestetismi della pelle, ma anche problemi più gravi quali artrosi, cistiti, emorroidi o addirittura polmoniti e bronchiti. Ovviamente è meglio se mangiato cotto al vapore e bevuto crudo centrifugato.

Rapa

rapa

Dalla pelle color crema o viola e dalla consistenza croccante, la Rapa ha un sapore dolce ma leggermente piccante. Anche se disponibile tutto l’anno, in realtà è consigliabile consumare questo ortaggio soprattutto durante il periodo invernale, in cui è più facile trovare rape più saporite e gustose, nonché tenere e fresche. Sano contributo alla dieta alimentare, la rapa è ricca di Vitamina C, fosforo e fibre. Contiene anche vitamina B6, calcio, manganese, potassioindoli. Per mantenere tutte le proprietà nutrizionali, questa verdura andrebbe consumata cruda in insalata o al vapore, ma è ottima anche se arrostita al forno.

E ancora nel vostro cesto delle verdure per questo mese potete mettere:barbabietola rossa, broccolo, cicoria, carote, sedano, fagioli, zucca, radicchio, finocchio, cavolfiore, carciofo.
FRUTTA:

Frutta Secca

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Oltre alle mandorle, noci e nocciole, fichi, datteri, prugne e uva passa sono i frutti secchi più comuni che solitamente vengono consumati durante la stagione invernale, per godere così anche nei mesi più freddi dei benefici per la salute, propri della frutta estiva. Ottima fonte di nutrimento, la frutta secca, dovrebbe essere sempre a portata di mano. Attenzione però a non esagerare, perché a causa della disidratazione, la frutta secca può contenere molti più zuccheri, e di conseguenza più calorie, di quella fresca.

Mandarancio

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Ibrido tra il mandarino e l’arancia, il Mandaranciodalle diverse varietà, alcune più simili al mandarino ed altre più all’arancio, dalla polpa succosa e dolce, ha le stesse proprietà nutrizionali di tutti gli agrumi, quindi in particolare è un’ottima fonte di vitamina C, necessaria al nostro organismo per affrontare e combattere i raffreddori stagionali.

 

Per tutto il mese di Gennaio possiamo ancora trovare: arancia, mandarino, pere, kiwi, melograno, cachi, mele.

Fonte: GreenMe
Foto: roseinthewind.com

Neonati: infezioni e troppo glutine aumentano il rischio di celiachia

 

Infezioni ripetute nei primi sei mesi di vita, consumo di quantità significative di glutine durante lo svezzamento e interruzione dell’allattamento al seno prima dell’introduzione del glutine: ecco tre “ingredienti” che, combinati insieme, aumentano il rischio di sviluppare la celiachia già in età pediatrica.
Lo affermano i risultati di uno studio condotto in Svezia – paese che ha registrato a cavallo tra gli anni ottanta e novanta una vera epidemia di casi di celiachia infantile – pubblicato di recente sulla rivista BioMedCentral Pediatrics.

I ricercatori hanno confrontato la storia clinica, le caratteristiche sociali e le abitudini alimentari nei primi mesi di vita di 373 bambini a cui tra il 1992 e il 1995 era stata diagnosticata la celiachia a meno di due anni d’età e di 581 bambini di “controllo”, senza malattia.
Tutti i dati sono stati raccolti tramite questionari compilati dai genitori. È emerso chiaramente che chi aveva contratto almeno tre infezioni tra quelle tipiche infantili (raffreddore, otite, varicella, sesta malattia, scarlattina, polmonite, gastroenterite) aveva un rischio più elevato di sviluppare celiachia rispetto a chi si era ammalato meno o per nulla.

E non è tutto, perché il rischio più elevato è stato osservato in concomitanza con altri due fattori: il consumo di quantità piuttosto elevate di glutine già nelle prime settimane di svezzamento (più di 16 grammi al giorno di farina che lo contiene, come quella di frumento, orzo o avena) e l’interruzione dell’allattamento al seno prima dell’introduzione del glutine stesso.

Al momento non è chiaro quale sia il rapporto tra infezioni precoci e celiachia: se in qualche modo le prime predispongano alla seconda o se ci sia piuttosto una predisposizione genetica comune a entrambe. I dati raccolti, però, appaiono significativi per due ragioni.
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1. Intanto, perché sottolineano l’esistenza di un effetto combinato tra infezioni e tipo di alimentazione, suggerendoci di tenere desta l’attenzione su un momento delicato della vita dei bambini come lo svezzamento.
Tra l’altro, secondo gli autori dello studio proprio questo effetto potrebbe aver svolto un ruolo importane nell’epidemia svedese degli anni ottanta-novanta, quando effettivamente ci fu un cambiamento  nell’alimentazione per lattanti, con prodotti pronti per lo svezzamento sempre più ricchi di farina.

2. In secondo luogo si conferma ancora una volta l‘importanza dell’allattamento materno nel proteggere i bambini dal rischio di sviluppare la celiachia. Lo ricordava anche il documento conclusivo del convegno internazionale su questa intolleranza organizzato lo scorso marzo a Firenze dall’Associazione italiana celiachia (Aic): «Allo stato attuale, l’unico fattore moderatamente ma significativamente preventivo nei confronti dello sviluppo di celiachia è l’allattamento al seno prolungato».

Fonte: Il Fatto Alimentare
Immagini: Photos.com – tuttomamma.com

Pubblicità ingannevole: meno censure ma più bugie nel 2013

Il bilancio annuale delle pubblicità di prodotti alimentari scorrette e ingannevoli è decisamente negativo e non ci sono segnali che lasciano intravedere inversioni di rotta. L’ultima censura riguarda Kilokal Armonia, il nuovissimo integratore dalle proprietà dimagranti e miracolose  proposto dalla società PoolPharma, che in passato ha collezionato almeno quattro censure per messaggi simili a quella attuale. La buona notizia arriva poco prima di Natale  quando l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria  censura la pubblicità dell’integratore apparsa su decine di giornali e quotidiani. Si tratta della quinta censura per lo stesso prodotto!

Purtroppo le previsioni non sono rosee e anche nel 2013 decine di aziende presenteranno spot e messaggi per raccontare storie inverosimili, sicure di concludere tranquillamente l’intera campagna senza incontrare ostacoli.

Cominciamo la rassegna dell’anno con il gruppetto dei “pentiti eccellenti”, composto da aziende come Ferrero, Barilla e Coca Cola che, dopo essere state oggetto di lettere e censure da parte dei vari organi di controllo, hanno promesso di non raccontare più storie ambigue e ingannevoli.

Ferrero è stata oggetto di attenzione dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria per lo spot di Tata Lucia. All’istituto sono giunte due segnalazioni da parte di Altroconsumo e Il fatto alimentare che ne chiedevano la censura. Ferrero, dopo le contestazioni ha modificato lo spot, per evitare eventuali provvedimenti ufficiali più imbarazzanti che avrebbero portato presumibilmente ad una censura.  D’ora in poi Tata Lucia non sarà più presentata come un’esperta di educazione familiare e, alla luce del nuovo ruolo,  non consiglia più di fare colazione con Nutella tutti i giorni, ma solo saltuariamente.
Simili incidenti sono abbastanza frequenti per Ferrero che un anno fa, sempre su nostra segnalazione, ha tolto dalla pubblicità di Gran Soleil una frase imbarazzante che attribuiva al
prodotto capacità digestive. Secondo l’azienda queste autocensure sono “scelte autonome”, in realtà sono solo un modo per correre ai ripari per evitare eventuali provvedimenti ufficiali che darebbero maggiore visibilità ai grossolani errori di un ufficio marketing un po’ troppo distratto.

Barilla non potrà più mandare in onda lo spot dei Flauti dove la bambina dice al suo amichetto che preferisce questa merendina “perché è sana”.

Coca Cola è stata colta in fallo perché in uno spot dove recita il cuoco Simone Rugiati, invita a la famiglia riunita a tavola a pasteggiare bevendo la famosa bibita zuccherata. La multinazionale delle bollicine ha promesso che non lo farà più, ma in realtà lo spot tv viene proposto regolarmente sul sito web.

Altre censure eccellenti riguardano la pubblicità dell’acqua minerale Sant’Anna Fonti di Vinadio che, secondo la pubblicità, utilizzerebbe bottiglie di plastica ecologica in grado di risparmiare petrolio e di ridurre le emissioni di anidride carbonica. In realtà, secondo l’Antitrust, su 600 milioni di bottiglie vendute nel 2010 solo lo 0,2% è stato imbottigliato con il nuovo materiale.

Questi casi rappresentano solo la punta dell’iceberg. Ci sono messaggi pubblicati sui siti internet o a tutta pagina sui quotidiani non sfiorati dai provvedimenti, come quello in cui Gianluca Mech dove propone la sua Dieta Tisanoreica, lasciando intendere che i prodotti con questo marchio siano adatti a tutta la famiglia, compresi i bambini. C’è un integratore a base di resveratrolo che continua a farsi pubblicità sui giornali, nonostante il mondo scientifico abbia dimostrato l’inefficacia del principio attivo.

Purtroppo la presunzione dei pubblicitari non conosce limiti e i messaggi indecenti e ingannevoli, frutto di attente strategie di marketing, sono all’ordine del giorno e continueranno, a dispetto delle norme europee e italiane. Perché stupirsi? Sono davvero poche le possibilità di essere intercettati e diventare oggetto di  provvedimenti e sanzioni, peraltro irrisorie.

In Inghilterra l’Asa (Advertising Standards Authority) pubblica ogni settimana 30-40 sentenze e pareri su messaggi pubblicitari ritenuti ingannevoli o scorretti. In Italia ci vogliono sei mesi per raggiungere un numero equivalente di sentenze e di pareri. Per il settore alimentare la situazione è ancora più critica perché le sentenze e le decisioni sono una decina l’anno.

Fonte: Il Fatto Alimentare
Foto: scienza.panorama.it

L’immagine di copertina è tratta dal film “Pinocchio”, con Roberto Benigni. Ho deciso di mettere questa immagine proprio per far ricordare a tutti che anche il piccolo ed ingenuo Pinocchio ha capito che le bugie fanno male alla salute (fisica e mentale).

Digerire il sushi? Questione di geni!

 

A quanti di voi sarà capitato di mangiare il sushi e di non averlo digerito? Beh… esiste una spiegazione scientifica.
Sembra infatti che la flora intestinale dei giapponesi sia in grado di produrre un enzima specifico per l’assimilazione del loro piatto tipico. Lo rivela uno studio francese condotto presso il National Center for Scientific Research di Roscoff e pubblicato sulla rivista scientifica Nature, secondo il quale soltanto i batteri intestinali dei nipponici possono produrre enzimi specifici per la digestione delle alghe utilizzate nella preparazione del sushi.
La scoperta è stata fatta durante una ricerca genetica sugli enzimi batterici, che ha evidenziato come uno di questi, la porfirinase, sia in grado di scindere le molecole di carboidrati contenuti nelle pareti cellulari della porfira – o nori – l’alga rossa utilizzata per arrotolare i bocconcini di pesce crudo e riso.

Questo enzima è stato riscontrato nella Zobelia galactanivorans, un batterio marino che si ciba dell’alga, e nell’intestino di un gruppo di volontari giapponesi che avevano partecipato ad uno studio sulle differenze delle flore batteriche intestinali di popolazioni diverse.

E’ invece assente nell’apparato digerente degli occidentali e ciò spiega la difficile digeribilità del sushi per noi. Grazie a questo batterio, gli abitanti del Sol Levante possono assorbire la porfira assimilandone i carboidrati.

Mirjam Czjzek, la ricercatrice a capo del team di studiosi, ipotizza una modifica genetica dei batteri intestinali dei giapponesi che si sarebbero mescolati con la Zobelia, consumata in larga quantità insieme alle alghe. In sostanza, la lunga tradizione giapponese di mangiare queste alghe, avrebbe portato ad uno scambio di geni, per cui alcuni frammenti di DNA presenti in nei batteri marini si sono trasferiti nell’intestino dei giapponesi, producendo lo speciale enzima in grado di estrarre le sostanze nutritive dalle alghe e di digerire meglio il sushi.

Fonte: WellMe
Immagini: dailybest.it – bunnychan.it – regali24.it

Calza salata per la festa della Befana

La festa della Befana è ormai vicina, e, come da tradizione, i bambini attendono che la loro calza venga riempita di dolcetti e sorpresine. Ma se quest’anno oltre alla solita calza di dolci appesa al caminetto faceste trovare sulla tavola una buona calza salata, ripiena delle verdure o degli affettati preferiti dai vostri bambini?
Vi propongo qui una semplice ricetta di una calza salata, da consumare insieme alla vostra famiglia nel giorno dell’Epifania!

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Ingredienti
– Pasta sfoglia
– Carciofi (o altra verdura a vostro piacere)
– Prosciutto crudo, cotto o altri affettati
– Formaggio filante tipo mozzarella o scamorza oppure ricotta salata
– Prezzemolo
– Semi di sesamo

Procedimento:
Innanzitutto ritagliate dalla pasta sfoglia due sagome della calza. Una più piccola per il fondo ed una più grande per la copertura.
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Quindi posizionate al centro della sagoma il ripieno composto dal formaggio, dalle fettine crude di carciofo, dal prosciutto ed un pò di prezzemolo. Fate attenzione che il ripieno fuoriesca dalla parte superiore per ottenere l’effetto di “calza ripiena”.
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A questo punto ricoprite il tutto con la sagoma più grande, decorate con dei semi di sesamo e punzecchiate con uno stecchino per non far gonfiare la pasta sfoglia.
Quindi sigillate i bordi facendo attenzione a mantenere la forma voluta.

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Dopo aver preriscaldato il forno a 220 gradi, infornate e lasciate cuocere finché la superficie non avrà assunto un bel colore dorato.

Ed ecco qui il bel risultato!

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Fonte: veganblog.it (Ricetta rivisitata)
Immagine: donnamoderna.com