10 ottobre: Obesity Day

Nove italiani su dieci sbagliano dieta. E quelli che la sbagliano hanno un’alta probabilità di riprendere i chili perduti con l’interesse. «E’ provato che il dimagrimento legato a schemi errati equivale al recupero del peso iniziale con un aumento del 20%», afferma Giuseppe Faitati , presidente della Fondazione Adi, associazione italiana dietologi, coordinatore del progetto Obesity Day, la giornata di sensibilizzazione nazionale su sovrappeso e salute in programma il 10 ottobre.  Gli esperti dell’Adi si metteranno a disposizione, gratuitamente, in molti ospedali per consigli e informazioni. (clicca qui per conoscere i centri)

Diete iperproteiche (eccesso di consumo di proteine, come la carne, e povere di carboidrati, come pane e pasta), oppure basate sulla separazione di alimenti (ad esempio un giorno solo frutta, un secondo giorno solo proteine, un altro ancora proteine con verdura) o addirittura pseudo-vegetariane, con assenza di carne e formaggi. Sono gli sbagli più comuni codificati in programmi che assicurano risultati rapidi e la perdita di parecchi chilogrammi in un mese. Ma che nel 90% dei casi falliscono. Faitati ritrova in tutte queste situazioni un unico movente: «La ricerca del miracolo è deleteria. Chi ingrassa dopo un veloce dimagrimento riacquista le forme di partenza con l’interesse di una taglia in più. Quando ci si rende conto che i sacrifici non sono serviti subentra un senso di frustrazione. Mangiamo male e di più. E l’ago della bilancia va oltre».

I promotori di Obesity Day raccomandano: «E’ sostanzialmente inutile se non controproducente mettere all’indice una determinata categoria di prodotti. Non esistono alimenti buoni o cattivi ma solamente diete equilibrate o squilibrate. Non bisogna credere che singoli ingredienti o bevande possano essere nemiche della linea. I concetti da tenere a mente sono moderazione, equilibrio, attività fisica attraverso cui è possibile coniugare il piacere della tavola con le esigenze della salute». Ma perché una rapida perdita di peso determinata da una dieta erronea è destinata a non avere effetti duraturi? E’ legato alla perdita di massa magra, del muscolo: «Perdere massa magra – spiega Faitati – significa veder diminuire il bisogno energetico. A quel punto dovremmo introdurre una quantità minore di calorie. Se però non ci controlliamo il rischio è di avere pessime sorprese sulla bilancia».

I dati su sovrappeso e obesità sono allarmanti. Secondo l’Adi, 46 cittadini su 100 hanno problemi di taglia e non si vedono all’orizzonte segnali di miglioramento. Il problema è che tutte le strategie messe in campo non hanno inciso sui comportamenti e gli stili di vita. Poca attività fisica, eccessivo apporto di calorie, scarsa conoscenza dei più elementari principi sulla sana alimentazione.  Due persone su tre affermano di sapere tutto sul sano e corretto mangiare ma messi alla prova dimostrano di non conoscere l’abc.  Eppure il desiderio di un corpo tonico e paffuto al punto giusto costituisce un forte richiamo. Mediamente dai 25 anni in su le donne si cimentano almeno con una dieta all’anno, di solito prima della stagione estiva. Arrivano a 50 anni con 25 esperienze di dimagrimento. Lo stesso non vale per gli uomini che sopportano meglio l’ingombro della pancia e dunque sono meno stimolati a mantenere la forma.

Fonte: http://www.corriere.it/salute/ – http://www.obesityday.org/
Immagini: www.my-personaltrainer.it – medicinanaturale.pro – www.anoressia-bulimia.it – blog.ok-salute.it  – www.oxbridgebiotech.com

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